[Testo di "Apologia del kebab"]
Dal mio Kebabbaro è appesa
La bandiera del Kurdistan
Mentre mangio parliamo di politica
Mentre mangio parliamo di politica
E ci posso andare vestito come mi pare
In abito, in tuta o con la maglia di Batistuta
E adesso che il kebab è diventato come l’inglese, è internazionale
Sono venuti con le cineprese accese a dire che fa male
Ma cosa vuoi che me ne frega a quest’ora di cos’è salutare
E ci trovi la gente di tutti i colori, di tutte le forme, di tutti gli umori se di notte hanno fame
E lo guardo mentre Spezia il pane
Come un novello Gesù Cristo
Non ti giudica
Dal mio Kebabbaro non si parla di calcio perché dice che poi diventiamo violenti
Quindi parliamo d’altro tipo dei movimenti dei kurdi tra i confini di uno Stato e di un altro
E ci sentiamo di ovunque ma di nessun posto, il prezzo del panino che mangio
Non è il suo costo
Ma di che parliamo? Dimmi di te piuttosto
Colgo l’occasione per dare un altro morso
È la vita che fa di quelli come me una polpetta di ceci e cumino
Un bicchiere di tè scioglie il mio tavolino e mi chiedo perché me lo bevo
Il mio Kebabbaro sta in barriera c’è una scritta fuori
Dice “artisti fuori dai coglioni”
Ed io lo prendo tipo invito quindi pago ed esco
Stasera è fresco ma le strade sembrano maglioni perciò mi vesto
Dal mio Kebabbaro è appesa
La bandiera del Kurdistan
Mentre mangio parliamo di politica
Mentre mangio parliamo di politica
E ci posso andare vestito come mi pare
In abito, in tuta o con la maglia di Batistuta
E adesso che il kebab è diventato come l’inglese, è internazionale
Sono venuti con le cineprese accese a dire che fa male
Ma cosa vuoi che me ne frega a quest’ora di cos’è salutare
E ci trovi la gente di tutti i colori, di tutte le forme, di tutti gli umori se di notte hanno fame
E lo guardo mentre Spezia il pane
Come un novello Gesù Cristo
Non ti giudica
Dal mio Kebabbaro non si parla di calcio perché dice che poi diventiamo violenti
Quindi parliamo d’altro tipo dei movimenti dei kurdi tra i confini di uno Stato e di un altro
E ci sentiamo di ovunque ma di nessun posto, il prezzo del panino che mangio
Non è il suo costo
Ma di che parliamo? Dimmi di te piuttosto
Colgo l’occasione per dare un altro morso
È la vita che fa di quelli come me una polpetta di ceci e cumino
Un bicchiere di tè scioglie il mio tavolino e mi chiedo perché me lo bevo
Il mio Kebabbaro sta in barriera c’è una scritta fuori
Dice “artisti fuori dai coglioni”
Ed io lo prendo tipo invito quindi pago ed esco
Stasera è fresco ma le strade sembrano maglioni perciò mi vesto
( Francesco Pecs )
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