Song: Le Forche Caudine 321 a.C. - 2021 d.C. Act I
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Artist: Dawn of a Dark Age
Year: 2021Viewed: 56 - Published at: 8 years ago
[Testo di "Le Forche Caudine 321 a.C. - 2021 d.C. Act I"]
Rotolando giù dalla montagna
Le fresche folate di vento
Si innalzano sopra le braci dell'accampamento
Lasciato alle luci dell'alba
Per mettersi in marcia
Sulle rive del fiume del fiume Volturno
Che guarda in cielo il maestoso Taburno
Che nasconde insidiose minacce
Per le legioni romane
Montanari e rudi Sanniti nascosti che scrutano
Dalla boscaglia i Romani e i loro spostamenti
Riportando ogni giorno i loro movimenti
Con rigide ronde per trarre in inganno il nemico
E condurlo all'interno del grandе pianoro
E poi trucidarlo o umiliarlo per sempre, pеr sempre
Alle Forche, alle Forche!
Da settimane i consoli lavoravano alla grande offesa nel Sannio
Dopo che trafelati corrieri, inviati da Luceria
Avevano comunicato al Senato una tragica notizia
"La città era sotto assedio Sannita"
Senza immediati aiuti Luceria sarebbe capitolata in pochi giorni
E con essa Roma avrebbe perso l'intero Meridione
Due erano le strade che conducevano alla città Apula
Una lunga e aperta verso il mar Adriatico
L'altra più breve attraverso la valle Caudina
E per questa si avviarono
Con tre squilli di tromba
La lunga colonna è in viaggio
Con armi cavalli e bagagli
Marciando il tratturo tortuoso sui monti del Sannio
Controllati con grande saggezza
Dai falsi pastori al servizio di Gaio Ponzio
Il generale dell'esercito sannita
Aveva pianificato in ogni dettaglio l'agguato ai Romani
Che sul far dell'alba diedero le spalle a Calatia
Dirigendosi verso il valico del Taburno
Dove avrebbero allestito il nuovo accampamento
Il giorno dopo sarebbe continuata
La frettolosa marcia per l'Apulia
Marcia per l'Apulia!
Pattuglie in ricognizione
Attraversano fiere le gole
Sui cavalli, lo sguardo nel sole
Perlustrando ogni scorcio e ogni dove
Fa impressione il silenzio che regna la valle
Non un volo improvviso di uccelli nemmeno un fruscio
Solo il suono dei passi che avanza orgoglioso
Ma i Sanniti imboscati
Mimetizzati su quelle pendici
Si accorgono subito che
I Romani han commesso quel fatidico errore
Le armature allineate
Discendono le anguste strettoie
Profonde e selvose, unite da una cinta di monti
E aprendosi a un'ampia pianura erbosa ed acquosa
Si addentrano nell'irto sentiero
Incredibile vista ma incubo vero
La lunga colonna d'un tratto si arresta
Groviglio di uomini ed animali
Di ragli e di gridi, di improperi e ordini urlati
L'ostacolo incute terrore
Ostruito è il passaggio
Un muro di sassi e detriti
Strappa via alle truppe virtuose il coraggio
Alcuni di loro estraggono il gladio
Ma provando a raggiunger la vetta
Uno stormo impazzito di dardi
Li trafigge come ardente saetta
Dietro-front!
Cercarono in fretta di tornare indietro
Invertendo la rotta per uscire dal passo d'ingresso
Ma un boato possente, orrendo frastuono
Due opposte valanghe e un tremendo tuono
Si abbattono schiantandosi detriti e terriccio
Infarciti di massi e di tronchi divelti
Una nube di polvere oscura l'aria
E si mischia al sinistro vibrar della terra
Il terrore negli occhi e il tremore sotto i piedi
Una macabra scena mai pensata ieri
Vedendo anche il passo d'entrata sbarrato
Le ombre e i fantasmi sui monti in agguato
Agguato nemico, agguato nemico, agguato sannita!
I Romani dopo aver realizzato di essere caduti in una trappola
Videro le cime dei monti gremite dai loro acerrimi rivali
Che brandendo micidiali giavellotti
Li schernivano con offese e urla di trionfo
Molti legionari con le membra irrigidite da una specie di torpore
Cercavano negli occhi dei compagni un risveglio da quel sogno spaventoso
I consoli ordinarono di allestire una fortificazione nel mezzo del pianoro
I soldati in attesa di ricevere ordini per lanciarsi corpo a corpo contro il nemico
Furono presi da sgomento e rassegnazione
E in molti gettarono gli arnesi non accettando quella codarda decisione
Rotolando giù dalla montagna
Le fresche folate di vento
Si innalzano sopra le braci dell'accampamento
Lasciato alle luci dell'alba
Per mettersi in marcia
Sulle rive del fiume del fiume Volturno
Che guarda in cielo il maestoso Taburno
Che nasconde insidiose minacce
Per le legioni romane
Montanari e rudi Sanniti nascosti che scrutano
Dalla boscaglia i Romani e i loro spostamenti
Riportando ogni giorno i loro movimenti
Con rigide ronde per trarre in inganno il nemico
E condurlo all'interno del grandе pianoro
E poi trucidarlo o umiliarlo per sempre, pеr sempre
Alle Forche, alle Forche!
Da settimane i consoli lavoravano alla grande offesa nel Sannio
Dopo che trafelati corrieri, inviati da Luceria
Avevano comunicato al Senato una tragica notizia
"La città era sotto assedio Sannita"
Senza immediati aiuti Luceria sarebbe capitolata in pochi giorni
E con essa Roma avrebbe perso l'intero Meridione
Due erano le strade che conducevano alla città Apula
Una lunga e aperta verso il mar Adriatico
L'altra più breve attraverso la valle Caudina
E per questa si avviarono
Con tre squilli di tromba
La lunga colonna è in viaggio
Con armi cavalli e bagagli
Marciando il tratturo tortuoso sui monti del Sannio
Controllati con grande saggezza
Dai falsi pastori al servizio di Gaio Ponzio
Il generale dell'esercito sannita
Aveva pianificato in ogni dettaglio l'agguato ai Romani
Che sul far dell'alba diedero le spalle a Calatia
Dirigendosi verso il valico del Taburno
Dove avrebbero allestito il nuovo accampamento
Il giorno dopo sarebbe continuata
La frettolosa marcia per l'Apulia
Marcia per l'Apulia!
Pattuglie in ricognizione
Attraversano fiere le gole
Sui cavalli, lo sguardo nel sole
Perlustrando ogni scorcio e ogni dove
Fa impressione il silenzio che regna la valle
Non un volo improvviso di uccelli nemmeno un fruscio
Solo il suono dei passi che avanza orgoglioso
Ma i Sanniti imboscati
Mimetizzati su quelle pendici
Si accorgono subito che
I Romani han commesso quel fatidico errore
Le armature allineate
Discendono le anguste strettoie
Profonde e selvose, unite da una cinta di monti
E aprendosi a un'ampia pianura erbosa ed acquosa
Si addentrano nell'irto sentiero
Incredibile vista ma incubo vero
La lunga colonna d'un tratto si arresta
Groviglio di uomini ed animali
Di ragli e di gridi, di improperi e ordini urlati
L'ostacolo incute terrore
Ostruito è il passaggio
Un muro di sassi e detriti
Strappa via alle truppe virtuose il coraggio
Alcuni di loro estraggono il gladio
Ma provando a raggiunger la vetta
Uno stormo impazzito di dardi
Li trafigge come ardente saetta
Dietro-front!
Cercarono in fretta di tornare indietro
Invertendo la rotta per uscire dal passo d'ingresso
Ma un boato possente, orrendo frastuono
Due opposte valanghe e un tremendo tuono
Si abbattono schiantandosi detriti e terriccio
Infarciti di massi e di tronchi divelti
Una nube di polvere oscura l'aria
E si mischia al sinistro vibrar della terra
Il terrore negli occhi e il tremore sotto i piedi
Una macabra scena mai pensata ieri
Vedendo anche il passo d'entrata sbarrato
Le ombre e i fantasmi sui monti in agguato
Agguato nemico, agguato nemico, agguato sannita!
I Romani dopo aver realizzato di essere caduti in una trappola
Videro le cime dei monti gremite dai loro acerrimi rivali
Che brandendo micidiali giavellotti
Li schernivano con offese e urla di trionfo
Molti legionari con le membra irrigidite da una specie di torpore
Cercavano negli occhi dei compagni un risveglio da quel sogno spaventoso
I consoli ordinarono di allestire una fortificazione nel mezzo del pianoro
I soldati in attesa di ricevere ordini per lanciarsi corpo a corpo contro il nemico
Furono presi da sgomento e rassegnazione
E in molti gettarono gli arnesi non accettando quella codarda decisione
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