Tamburo, Tamburo
A cosa serve calmarsi provando a sfamarsi
Non c'è ricetta perfetta per la fame d'amore
Quando ti senti un oceano chiuso dentro un bicchiere
E tutto quello che suona è solamente il tuo cuore
Non ascolta ragione, terapia o ribellione
Tamburo, si prende gioca di me
Tamburo, il cuore suona free jazz
Tamburo, fin dentro le viscere
Tamburo, respiro da narghilè
Guardo, osservo, distraggo, distruggo i miei pensieri
Ma ho imparato non serve, son fottuti artiglieri
Bocche di fuoco pesanti in vesti da giocolieri
Fanno il circo sui palchi segreti della mia mente
Tamburo, si prende gioca di me
Tamburo, il mio cervello è un buffet
Tamburo, spacca la testa, è Mosè
Tamburo, a galla troppi “perché?”
Non sono mai stato bravo, no mi bullizzavo
Mi costringevo a dire e fare ciò che odiavo
Solamente per sentirmi un po' più umano
Tendimi la mano e camminiamo finché i tendini reggono e vai lontano
Questi cantano ma con gli sbirri, poi le canzoni sono prive di emozioni o di consigli
Io mi sento più un abaco, fai esercizio
T'insegno l'ABC, zio
Che questo mio calamo ha ancora schizzi e fa dipinti di colore scuro
Metto l'inchiostro sopra un tamburo, che mi rimbalza addosso e restan sagome sul muro
Così che possa stare solo sì ma con qualcuno, te l'assicuro
Sdraiato sul binario ma fatto di zeri e uno, ed è così straordinario quanto è facile odiare
Un intelletto sicario specie se fa pensare
Un battibecco banale ed un batticuore che sale
Pare che può suonare una cassa toracica ed un doppio pedale
“Ale ale” come se fossi Willy William
Ho consumato l'ego con un battito di ciglia
Una vita in bianco e nero e a colori i pensieri in testa
Una calma apparente nella sindrome di Stendhal
Tamburo, si prende gioco di me
Tamburo, e vivo dentro un cliché
Tamburo, nessuno sente che c'è
Tamburo... ma cosa resta di me?
A cosa serve calmarsi provando a sfamarsi
Non c'è ricetta perfetta per la fame d'amore
Quando ti senti un oceano chiuso dentro un bicchiere
E tutto quello che suona è solamente il tuo cuore
Non ascolta ragione, terapia o ribellione
Tamburo, si prende gioca di me
Tamburo, il cuore suona free jazz
Tamburo, fin dentro le viscere
Tamburo, respiro da narghilè
Guardo, osservo, distraggo, distruggo i miei pensieri
Ma ho imparato non serve, son fottuti artiglieri
Bocche di fuoco pesanti in vesti da giocolieri
Fanno il circo sui palchi segreti della mia mente
Tamburo, si prende gioca di me
Tamburo, il mio cervello è un buffet
Tamburo, spacca la testa, è Mosè
Tamburo, a galla troppi “perché?”
Non sono mai stato bravo, no mi bullizzavo
Mi costringevo a dire e fare ciò che odiavo
Solamente per sentirmi un po' più umano
Tendimi la mano e camminiamo finché i tendini reggono e vai lontano
Questi cantano ma con gli sbirri, poi le canzoni sono prive di emozioni o di consigli
Io mi sento più un abaco, fai esercizio
T'insegno l'ABC, zio
Che questo mio calamo ha ancora schizzi e fa dipinti di colore scuro
Metto l'inchiostro sopra un tamburo, che mi rimbalza addosso e restan sagome sul muro
Così che possa stare solo sì ma con qualcuno, te l'assicuro
Sdraiato sul binario ma fatto di zeri e uno, ed è così straordinario quanto è facile odiare
Un intelletto sicario specie se fa pensare
Un battibecco banale ed un batticuore che sale
Pare che può suonare una cassa toracica ed un doppio pedale
“Ale ale” come se fossi Willy William
Ho consumato l'ego con un battito di ciglia
Una vita in bianco e nero e a colori i pensieri in testa
Una calma apparente nella sindrome di Stendhal
Tamburo, si prende gioco di me
Tamburo, e vivo dentro un cliché
Tamburo, nessuno sente che c'è
Tamburo... ma cosa resta di me?
( Marco Cignoli )
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